Rocco Schiavone, ritorno ad Aosta (e a Ivrea). Marco Giallini: «Mi ...
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di Fabrizio Dividi
Al via la sesta stagione della fiction Rai, con protagonista il cinico vicequestore creato da Antonio Manzini. Giallini: «Qui ad Aosta mi sento a casa»
«Finalmente, ad Aosta, comincio ad ambientarmi: mi definiscono tutti “attore romanissimo”, ma in realtà, ormai, parlo diffusamente il patois». Marco Giallini scherza durante la presentazione della sesta stagione di Rocco Schiavone , coproduzione Rai Fiction — Cross Productions e Beta Film, sostenuta dalle Film Commission Valle d’Aosta e Torino Piemonte, da mercoledì 19 febbraio alle 21.25 in onda su Rai Due. Il cinico vicequestore, spedito nel profondo Nord per motivi disciplinari, si appresta a tornare sugli schermi con quattro puntate dirette da Simone Spada, e il protagonista si presenta in versione «mattatore».
«Qui ad Aosta — continua — si sono talmente affezionati a me che mi hanno dato la cittadinanza onoraria. E se una volta mi fermavano per fare un selfie perché sembravo uno straniero, oggi non capita più perché sono diventato uno di loro». La premessa, molto partecipata, di Marco Giallini non è solo «cortesia»; il suo stesso personaggio, infatti, vive la situazione di un «marziano» cui tutti hanno fatto l’abitudine. E in questa stagione, come ulteriore motivo di interesse per il territorio, ci sarà anche una «discesa» a Ivrea (dove si era girato nella primavera scorsa) per seguire le tracce di un bambino scomparso.
A proposito di anticipazioni, Giallini concede solo qualche indizio: «Sarò più “ciancicato”. Mi vedrete barcollare sulla neve nel primo episodio e vi sembrerò più burbero del solito; a fine stagione, però, forse mi vedrete un po’ cambiato». Da noir a romantico? Non esageriamo. «Macché, sarò più disincantato e un po’ meno alla ricerca dell’amore. Perfino il rapporto con mia moglie che continuerà a venirmi a trovare in visione sarà più rilassato: non dico che comincerò a dimenticarla, ma la sua presenza sarà più lieve.Insomma, in una parola sarò più disilluso».
Giallini si sposta con disinvoltura tra il personale e il «suo» Rocco, e anche in questo caso ne fa coincidere i pensieri: «Anche io mi sento disilluso. Volete un esempio? In casa, dalla televisione, ti arrivano notizie, pubblicità, messaggi di ogni tipo. Poi esci per comprare un giornale e scopri che è sempre più difficile trovare un’edicola. Quanto erano belle le edicole, colorate e con tanta gente intorno, ma oggi sono sempre più rare».
Poi torna ancora sul personaggio di Antonio Manzini che ha fatto suo: «Da ragazzo sognavo di avere una parte alla Jean Gabin in uno di quei film francesi che mio padre amava. Ora che lo faccio non vorrei più smettere, ma questo non lo scrivete perché se no la prossima volta mi offrono di meno».
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19 febbraio 2025 ( modifica il 19 febbraio 2025 | 10:51)
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