Rose Villain vittima di deepfake che la ritraggono nuda: «È violenza»

Dopo aver animato il palco di Sanremo a ritmo della sua «Click Boom!», Rose Villain è caduta suo malgrado vittima dei deepfake a sfondo pornografico. Preceduta, tra altre, da personalità come la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dalla cantautrice statunitense Taylor Swift, ha denunciato l'accaduto con una storia pubblicata sul suo profilo Instagram @rosevillain: «Stanno girando foto di me nuda che ovviamente sono dei fake. Ma comunque la cosa mi mette un grande disagio e mi fa sentire violata - ha scritto la cantautrice che all'anagrafe è Rosa Luini -. Ho già sporto denuncia, ma vorrei ricordare che è illegale ed è punibile chi crea, chi diffonde e chi condivide materiale di questo tipo». E conclude: «È una violenza a tutti gli effetti e il problema è che queste cose succedono anche a persone molto fragili che magari non sanno proteggersi, tutelarsi e difendersi come invece possono e devono fare». Le sue parole sono seguite da una storia in cui si vedono i titoli di articoli del New York Times e Forbes che fanno il punto sull'impatto del deepfake sulle donne, nonché sul pericolo di suicidio che determinate vicende possono istigare.

Un episodio, l'ennesimo - come detto - di una serie già purtroppo nutrita, che alza il livello di allarme sulle potenziali conseguenze dell'intelligenza artificiale generativa e di come questa, essendo disponibile a tutti, si presti alla creazione di abusi come deepfake sempre più difficili da decifrare. Di fatto, finché la vittima non si rende conto della manipolazione, la rete diventa il bacino di immagini illecite che possono ledere dignità e reputazione della persona offesa con conseguenze gravi, soprattutto per i giovanissimi. Per questo la stessa Rose Villain si è soffermata sulle persone più fragili che non sanno come accedere agli strumenti per difendersi. Da un punto di vista giuridico, il deepfake configura una grave forma di furto di identità, così come l'ha definito di Garante della Privacy in un documento informativo divulgato nel 2020 che può sfociare nei reati di diffamazione, revenge porn e pedopornografia. Lo stesso Garante parla di deepnude, con il quale si intende l'innesto del volto della vittima su immagini o video che ritraggono un copro nudo e in atteggiamenti sessualmente provocanti. Il documento informativo prosegue menzionando il cyberbullismo e le fake news. Il vademecum del Garante si conclude con alcuni consigli pratici per proteggersi dagli abusi ai danni della propria immagine. Ad esempio il, forse banale, ma sempre utile consiglio di evitare una pubblicazione incontrollata delle proprie immagini, tenendo presente che online saranno poi accessibili a un numero non prevedibile di persone.