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Spostamenti a Natale, pronta la modifica. Il governo: solo tra Comuni piccoli e limitrofi

Spostamenti a Natale pronta la modifica Il governo solo tra Comuni piccoli e limitrofi
Anche a Santo Stefano e Capodanno sarà possibile muoversi, ma in un raggio di 30 chilometri. In arrivo l’emendamento al decreto

Roma, 13 dicembre 2020 - La linea del governo è: ok agli spostamenti a Natale, Santo Stefano e Capodanno ma solo tra Comuni limitrofi, probabilmente con un limite ai Comuni con meno di 5-10 mila abitanti oppure per un raggio massimo di 20-30 chilometri dalla residenza o dal domicilio. Il governo è invece contrario a deroghe agli spostamenti provinciali o, peggio, tra regioni. Se il dettaglio delle modifiche è ancora in discussione, l’orientamento è sufficientemente chiaro. Se questo è il sentiero che dovrebbe portare alla riscrittura di alcune norme, lo strumento tecnico per modificare il Dpcm del 3 dicembre non è stato invece ancora trovato ma l’orientamento prevalente è che la modifica non sarà per dpcm o decreto, ma con un emendamento (che sarebbe presentato...

Roma, 13 dicembre 2020 - La linea del governo è: ok agli spostamenti a Natale, Santo Stefano e Capodanno ma solo tra Comuni limitrofi, probabilmente con un limite ai Comuni con meno di 5-10 mila abitanti oppure per un raggio massimo di 20-30 chilometri dalla residenza o dal domicilio. Il governo è invece contrario a deroghe agli spostamenti provinciali o, peggio, tra regioni. Se il dettaglio delle modifiche è ancora in discussione, l’orientamento è sufficientemente chiaro.

Se questo è il sentiero che dovrebbe portare alla riscrittura di alcune norme, lo strumento tecnico per modificare il Dpcm del 3 dicembre non è stato invece ancora trovato ma l’orientamento prevalente è che la modifica non sarà per dpcm o decreto, ma con un emendamento (che sarebbe presentato entro martedì non dal governo ma da Parlamentari di maggioranza) in sede di conversione del decreto Natale, all’esame della Camera. Sarebbe una soluzione coerente con quanto affermato dal premier Giuseppe Conte, che ha chiesto un’assunzione di responsabilità al Parlamento per modificare il decreto. Di certo i tempi sono stretti e il governo vorrebbe comunque agire prima che mercoledì fosse discussa la mozione dell’opposizione che chiede un’apertura agli spostamenti a livello provinciale.

"Una cosa – ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia – è chiarire, e lo si può fare, se ci possa essere la possibilità di un passaggio fra comuni limitrofi perché ci sono famiglie sui confini; un’altra è dire rimuoviamo i confini così ognuno va dove vuole perché non ci si può esimere dal festeggiare Natale. Né io, né il ministro Speranza né gli altri esponenti del governo abbiamo intenzione di deflettere sul rigore e sulla difesa dei più fragili. Se vogliono rimuovere o cancellare o allentare i vincoli agli spostamenti in tutti i comuni italiani troveranno contrarissimi me e il ministro Speranza, che non lo consentiremo".

Il premier, che non sarebbe poi contrario ad un alleggerimento delle norme anche un po’ più ampio di quello al quale sono disponibili Speranza e Boccia, dovrà tenerne conto. L’ala rigorista del governo ha dalla sua il parere dei tecnici. "La curva è in decrescita – ha ribadito ieri il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro – ma è una decrescita lenta. Al 9 dicembre l’incidenza è di 193 per 100mila abitanti, un numero molto alto e lontano dal consentirci di passare dalla fase di mitigazione a quella di contenimento. Dobbiamo evitare di ridurre le misure di mitigazione, comprese quelle sulla mobilità, il che si tradurrebbe fatalmente in un aumento dei casi".

"È chiaro che, come si allentano le misure sui comportamenti a rischio, l’epidemia riprende" ha rimarcato Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute. "Le festività in altri Paesi – ha poi aggiunto il presidente dell’ ISS – dimostrano che, se ci rilassiamo, si verifica subito una crescita dei casi. È purtroppo un ’Natale Covid’: bisogna viverlo in maniera diversa nel rispetto dell’affettività, ma non nella maniera a cui siamo tradizionalmente abituati. Serve grande cautela, bisogna muoversi poco ed evitare momenti conviviali con molte persone".

Altro tema collegato all’allentamento o meno delle regole è quello della collocazione delle Regioni. In particolare la Toscana chiede con forza di tornare zona gialla. "Ho rivolto al presidente del Consiglio e al ministro della Salute – dice il governatore Eugenio Giani – un appello fermo e chiaro a nome di tutti i cittadini affinché la cabina di regia provveda in tempi rapidi. Visti i dati e l’indice Rt delle ultime tre settimane la Toscana merita ciò che i numeri dicono: la zona gialla. Tenerla in zona arancione è stata una scelta ingiusta e immotivata". Ieri il governatore Giani si è sentito con il ministro Speranza, ma la telefonata non è stata risolutiva. Torneranno a sentirsi a inizio settimana.

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