Nordio: "Strage di Bologna ferita aperta, accertata la matrice ...
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"La strage alla stazione di Bologna è una ferita aperta per tutto il Paese e solo una verità senza zone d'ombra può portare ad un'autentica giustizia". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla vigilia del 43esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna che costò la vita a 85 persone. "In sede giudiziaria è stata accertata la matrice neofascista della strage e ulteriori passi sono stati compiuti per ottemperare - come ebbe a ricordare il capo dello Stato - alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere. La memoria della strage del 2 Agosto, il peggior attentato mai avvenuto in Italia in tempo di pace, è una ferita tuttora dolente per l'Italia intera", dichiara Nordio. Che aggiunge: "In nome di quest'essenziale obiettivo il Ministero della Giustizia si sforza di assicurare ogni supporto possibile agli uffici giudiziari impegnati nelle indagini sul terrorismo, come contro la mafia: così già nel primo pacchetto di riforme approvate dal Consiglio dei Ministri a giugno è stata inserita una norma, per evitare che potessero essere annullate sentenze per gravissimi reati. E' stato chiarito che il requisito dei 65 anni, come età massima dei giudici popolari delle Corti d'Assise, deve sussistere soltanto al momento della nomina. Le preoccupazioni di Bologna devono essere fugate in via definitiva". Il Guardasigilli ha replicato così al presidente dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, che lo aveva attaccato in un un'intervista. ''Gli avvocati del terrorista neofascista Cavallini hanno chiesto l'annullamento della condanna di primo grado sostenendo che quattro giudici popolari avevano superato il limite dei 65 anni, previsto dalla legge. E si basavano su due precedenti in Sicilia. Nordio, rispondendo a un question time in Parlamento, ha detto che esiste una sentenza delle sezioni unite della Cassazione favorevole alla tesi Cavallini, e questo è falso", aveva detto Bolognesi a La Stampa, accusando il ministro di aver dato “un assist ai terroristi”.