Covid, variante inglese: "Virus mutato ma i vaccini funzioneranno lo stesso"
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"E' altamente improbabile che si perda l'efficacia del vaccino, vorrei rassicurare gli italiani dicendo che la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino nel quale dobbiamo tutti porre massima fiducia". Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, risponde così alle domande sul rapporto tra vaccino e nuova variante del coronavirus individuata in Gran Bretagna.
Il governo ha appena varato il decreto Natale con misure per arginare la diffusione del virus nelle imminenti festività. "Il Cts ha portato all’attenzione del premier e del governo una situazione che presentava criticità. Tra spostamenti e socialità c’è il rischio concreto che possa esserci una ripresa della curva dei contagi. Il governo ha fatto uno sforzo per trovare il punto d’equilibrio tra il rigore e alcuni aspetti del Natale, come il contatto tra i familiari stretti. Si è adottata la politica del rigore per far ripartire il paese dopo le vacanze natalizie sia per quanto riguarda l’aspetto della scuola che quello delle attività lavorative", dice.
Paola Stefanelli, virologa dell'Iss, parla della variante inglese del virusIl virus inglese, come viene definitivo comunemente, "si tratta di una variante, un ceppo che ha diverse mutazioni nel suo genoma e alcune riguardano anche la proteina spike, una di quelle che si agganciano al sistema immunitario dell’uomo" spiega la virologa Paola Stefanelli dell'Istituto superiore di sanità in un'intervista al quotidiano La Repubblica. "Non è escluso che un virus faccia delle mutazioni. Sempre del coronavirus sono state identificate varie varianti, come quella spagnola, che però non sono state associate a cambiamenti di virulenza e letalità".
"Se aumenta la trasmissibilità è importante per le misure di sanità pubblica. Inoltre ancora non sappiamo se questa variante ha altre caratteristiche biologiche che meritino di essere approfondite - continua Stefanelli - Vedremo se, a parte il quadro inglese, la variante avrà quello che si chiama successo biologico, cioè se le mutazioni la renderanno più capace di sopravvivere. Altre varianti del passato sono scomparse''.
"Non c’è alcuna evidenza scientifica al momento di un’inefficacia del vaccino. E non siamo nemmeno in grado di dire che un vaccino possa funzionare meglio di un altro. Tra l’altro siamo ancora alla caratterizzazione genetica, poi bisognerebbe fare uno studio fenotipico. Trovate le mutazioni sul genoma, poi, - ha spiegato Stefanelli - dobbiamo vedere come queste incidono sulla conformazione della proteina spike. Quindi se possono influenzarla tanto da capitare in quella parte della proteina che deve essere riconosciuta dall’anticorpo indotto dai vaccini".
"Intanto girano vari ceppi. In Europa c’è un lignaggio, il B1, e vari sotto lignaggi. Questa variante ha la peculiarità di aver accumulato le mutazioni in tempo breve. - ha aggiunto ancora la virologa - In generale le mutazioni avvengono spesso. Se danno un vantaggio evolutivo al virus risulteranno vincenti. Se invece lo rendono inefficace o più suscettibile alla temperatura o ai raggi Uv quel ceppo è destinato a sparire".
"Bisogna limitare spostamenti e interazioni sociali. Visto che già facciamo molto per contenere il virus, tanto vale farlo per una variante che ha queste mutazioni. A maggior ragione andranno mantenute le norme comportamentali di sicurezza. Se si diffonde un ceppo così tanto più trasmissibile, a maggior ragione bisogna stare distanti, indossare la mascherina e lavarsi le mani", ha concluso Stefanelli.