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Putin e la pace impedita dalla Nato, ecco i documenti segreti che ...

Putin e la pace impedita dalla Nato ecco i documenti segreti che
Il Wall Street Journal rivela il piano di pace russo discusso nel 2022, a due mesi dall’invasione russa, a Istanbul: il leader russo da allora incolpa l’Occide…

LONDRA – Quando Vladimir Putin parla di disponibilità alla pace in Ucraina, il presidente russo pensa probabilmente al piano da lui stesso predisposto sei settimane dopo l’inizio dell’invasione del febbraio 2022, che avrebbe ridotto Kiev a uno stato vassallo di Mosca. I punti fondamentali del progetto, rivelati oggi dal Wall Street Journal, descrivono l’Ucraina del futuro come un Paese privo di forze autonome, perennemente vulnerabile a una aggressione russa. In pratica, il Cremlino metterebbe fine alla guerra soltanto se Kiev accettasse una serie di condizioni punitive e restrittive della propria libertà. La bozza dell’accordo che Putin avrebbe presentato all’Ucraina nell’aprile 2022 è un documento di 15 pagine di cui il quotidiano di Wall Street ha ottenuto una copia.

LA NEUTRALITA’

Il patto prevede che l’Ucraina diventi “uno stato permanentemente neutrale, fuori da qualsiasi alleanza militare”; la smobilitazione delle forze armate ucraine create nel 2014 con assistenza occidentale dopo la prima invasione russa; e il riconoscimento de facto del controllo da parte russa della penisola della Crimea, conquistata da truppe paramilitari e militari di Mosca nel 2014. L’accordo non avrebbe espressamente vietato all’Ucraina di aderire all’Unione Europea, ma avrebbe impedito l’accesso alla Nato e proibito a Kiev di ricevere armamenti e addestramento dall’Alleanza Atlantica. Ci sarebbero stati inoltre rigidi limiti sul numero di soldati e mezzi delle forze armate ucraine, così come del raggio massimo consentito alle forze missilistiche di Kiev.

IL RUOLO DELLA NATO

Tali condizioni, proposte dalla Russia, avrebbero dovuto essere “garantite” da Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Francia. Secondo la ricostruzione del Journal, nell’aprile di due anni fa l’Ucraina sarebbe stata pronta ad accettare un’intesa del genere per giungere alla pace con Mosca, ma l’avrebbe respinta su pressioni dell’allora primo ministro britannico Boris Johnson: una versione dei fatti poco credibile perché, a dispetto dell’appoggio di Johnson a Kiev, il sostegno cruciale all’Ucraina veniva da Washington, non da Londra, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sempre insistito per mantenere la piena autonomia del proprio Paese e la riconquista dei territori occupati da Mosca nel 2014, Crimea inclusa.

I MASSACRI DI BUCHA

La scoperta dei massacri compiuti dalle truppe russe a Bucha e in altre località ucraine avrebbe contribuito all’irrigidimento della posizione di Kiev nel negoziato che era stato avviato nelle prime settimane del conflitto e che è poi stato abbandonato, ma già in quella trattativa l’atteggiamento inflessibile di Mosca faceva dubitare di un accordo. Due anni più tardi, scrive il Wall Street Journal, è verosimile che l’atteggiamento del Cremlino si sia ulteriormente indurito dopo i recenti progressi delle forze russe sul terreno e il fallimento della controffensiva ucraina dell’estate scorsa.

LA DENAZIFICAZIONE

Le condizioni poste da Putin per una pace da raggiungere al tavolo del negoziato, che almeno a parole il presidente russo ha recentemente descritto come ancora possibile, sarebbero probabilmente ancora più dure: il capo del Cremlino ha ribadito gli obiettivi di partenza dell’invasione, parlando di “demilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina. Difficile pensare che sarebbe pronto ad accettare l’ingresso dell’Ucraina nella Ue. Dall’aprile 2022, del resto, si è indurita anche la posizione del governo ucraino: il presidente Zelensky al momento esclude l’ipotesi di trattare con l’autore di una invasione che ha provocato danni immensi al suo Paese e ne controlla circa il 20 per cento del territorio.

L’ASSOGGETTAMENTO

In sostanza, il documento del Journal rivela che due anni fa Putin era disposto soltanto a una pace ingiusta e iniqua. La versione di Mosca, secondo cui la Russia avrebbe interrotto subito la guerra ma è stato l’Occidente a convincere l’Ucraina a dire di no, appare con il senno di poi ancora meno attendibile che nel 2022, quando il Cremlino sosteneva che a un incontro con responsabili ucraini a Istanbul si sarebbe potuto raggiungere un accordo, se la Nato non avesse obbligato Kiev a respingerlo. La rivelazione del quotidiano americano dimostra che Mosca avrebbe umiliato e di fatto annesso l’Ucraina: questa era la “pace” immaginata da Putin.

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