"Centoundici": il film di Confindustria con Cristiana Capotondi
Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha presentato il corto alla presenza del regista e del cast.
Che cosa rappresenta il corto?Carlo Bonomi: Questo è il racconto della storia di un’Italia migliore, che sogna. D’altronde la cultura è il petrolio dell’Italia e va valorizzata.
Cristiana Capotondi: L’arte fa tante cose e la pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno di costruire un immaginario collettivo.
Lei ha già collaborato con Confindustria. Come è stato coinvolto nel progetto?Luca Lucini: Viviamo in un punto di svolta nel mondo, quindi raccontare questo momento storico mi ha creato ansia. Per un artista questo è il massimo dell’ambizione perché permette di parlare alla gente.
La condizione dell’industria culturale è in affanno.
Giorgio Colangeli: Il nostro comparto ha sofferto tanto per la pandemia ma, producendo culturale, è un consumo indispensabile. Non viene dopo il pane, ma insieme al pane, come disse Gabriel Garcia Lorca: queste due cose hanno lo stesso tipo d’urgenza.
Cosa si può fare?Carlo Bonomi: I nostri nonni hanno avuto il sogno di ricostruire il Paese e lo hanno fatto insieme, hanno imboccato una traiettoria comune.
Giorgio Colangeli: Invece, abbiamo smesso di sognare e ci manca il coraggio delle scelte difficili. Il corto coniuga la storia con la S maiuscola con la storia con la s minuscola, chiunque lo vede riconoscersi.
Carlo Bonomi: Per me è fondamentale che si tenga tornaconto scritto di questo periodo storico, ascoltando tutte le voci.
Cristiana Capotondi: Per gender equality oggi s’intende un maggiore accesso alle opportunità. La donna può decidere se stare a casa o fare la mamma o diventare un’ingegnere. È un sollievo comunque che le politiche di genere comunque siano state volute anche dagli uomini.
Foto in apertura: Carlo Bonomi, Cristiana Capotondi, Luca Lucini